Vivere la tradizione Karma Kagyu in un villaggio di montagna
Il villaggio di montagna di Bordo, in Valle Antrona, racconta una lunga storia. Fondato nel Medioevo in relazione ai giacimenti d’oro e di ferro della zona alpina intorno al Monte Rosa, fu abbandonato dai suoi abitanti a metà del XX secolo.
Gerard Frei, proveniente dalla Svizzera, ancora oggi legato al luogo come presidente della Cooperativa Bordo, ha avuto il sogno di ricostruire le case e di fondare insieme ad altri giovani svizzeri e tedeschi una comunità con una dimensione spirituale. Nel 1981 partecipò alla cerimonia di cremazione del 16° Karmapa a Rumtek e insieme a Lama Irene, anche lei ancora oggi legata al luogo, chiese a Shamar Rinpoche se avrebbe dato il suo sostegno. La risposta fu molto favorevole e Shamar Rinpoche diede al nuovo progetto il nome ‘Karma Dechen Yangtse’: il “Luogo della Suprema Felicità”.
Gli anni seguenti videro un’intensa attività di ricostruzione del Villaggio. Nuovi membri arrivavano, i bambini nascevano e venivano educati, e una ricca vita comunitaria si sviluppò per circa 15 anni. Durante questo periodo, sotto la preziosa guida di Lama Teunsang di Montchardon, molti Rinpoche e Lama visitarono il luogo, aiutarono nella costruzione di uno stupa, condussero riti e diedero insegnamenti.
Nel 1997 fu fondata un’associazione di dharma. La vita del dharma stava fiorendo in connessione principalmente, ma non esclusivamente, con il Dhagpo Mandala – insegnanti e Lama in visita che avevano fatto la loro formazione con il Maestro di Mahamudra Gendün Rinpoche.
Gli anni dal 2004 al 2006 hanno visto rispettivamente le importanti visite di Trinley Thaye Dorje, il 17° Karmapa, e di Künzig Shamar Rinpoche. In concomitanza con quest’ultima visita la Cooperativa Bordo decise che il villaggio del dharma diventasse membro della neonata organizzazione Bodhi Path, affiliazione tuttora valida.
Nel 2020 è stata costituita la Fondazione di Partecipazione Karma Dechen Yangtse, presieduta dal dottor Matteo Bottari di Milano, che vede come Fondatori l’Associazione Karma Dechen Yangtse e la Cooperativa di Bordo. Con questa formula giuridica si struttura al meglio la connessione del Villaggio e del suo funzionamento al Dharma e anche l’appartenenza all’Unione Buddhista Italiana.
Il villaggio di montagna di Bordo con le sue strutture tradizionali in pietra, semplici ma perfettamente adattate, continua a colpirci, poiché veniamo da un modo di vita di abbondanza e sovraconsumo. Ma soprattutto i Lama e i Rinpoche che hanno avuto un passato in Tibet erano entusiasti di venire in un posto come questo che ricordava loro i primi anni vissuti in un ambiente simile, anche se più severo. La caratteristica più rilevante di Bordo non è tanto la sua architettura antica e la sua disposizione su un poggio naturale circondato solo da boschi di montagna, ma la sua particolare qualità per essere un luogo di meditazione e di ritiri buddhisti ristretti. Arrivare in Valle Antrona, lasciare l’autobus o l’auto a Rivera e poi prendere il sentiero a piedi che porta fino a Bordo, fa automaticamente lasciare alle spalle le occupazioni e le preoccupazioni mondane ed entrare in uno spazio che sembra essere fuori dal tempo.
Il cammino verso Bordo
Questo fa di Bordo un luogo particolarmente adatto alla pratica centrale della tradizione Karma Kagyu: la meditazione. Tutti i maestri che hanno visitato il luogo hanno sempre sottolineato la sua particolare qualità per la pratica della meditazione, in particolare la meditazione della calma mentale (scine/śamatha) e del Lojong – l’addestramento della mente.
La pratica principale della tradizione Karma Kagyu è chiamata la pratica di Mahāmudrā. Gampopa Sönam Rinchen (1079-1153), uno dei capifondatori di questa tradizione, ha spiegato i diversi modi di avvicinarsi a questa pratica meditativa, ognuno dei quali si rivolge a specifiche capacità dei praticanti.
Il primo approccio alla via della comprensione concettuale si basa sugli insegnamenti dei sūtra del Mahāyāna. Attraverso la riflessione logica si arriva ad una comprensione intellettuale. È una pratica vipaśyanā comune a tutti gli approcci buddhisti. Anche se il termine Sūtra Mahāyāna in generale ha un’implicazione molto più ampia, nel presente contesto è sinonimo di ragionamento logico e insegnamenti di sūtra. Gampopa lo chiamava “il sentiero delle interferenze”. Particolarmente importanti in questo approccio sono una mente stabile, favorire un atteggiamento positivo verso gli altri e purificare le emozioni negative legate alla rabbia, all’avidità, all’attaccamento, alla invidia e all’ignoranza.
Il secondo sentiero è il Vajrayāna tantrico. In questo approccio si medita su un mandala e ci si identifica con la sua divinità specifica o con un aspetto di Buddha, si recitano mantra e si intraprendono pratiche yogiche. Gampopa lo chiamava “il sentiero della benedizione”. Questo approccio, collegato a particolari obblighi e istruzioni, è un potente mezzo di purificazione e trasformazione.
Il terzo è “il sentiero della percezione diretta”, la meditazione Mahāmudrā stessa. È una pratica senza sostegno di mezzi intermedi, che porta a un’esperienza diretta che non può essere né espressa verbalmente né immaginata concettualmente. Qui la mente riconosce spontaneamente la sua profonda natura innata e un insegnante qualificato guida solo un allievo eccezionale e dà il supporto per stabilizzare la realizzazione. È un metodo molto profondo che esaurisce ogni percezione illusoria.
Gampopa Sönam Rinchen ha sottolineato particolarmente il primo approccio. Avendo iniziato la sua formazione come monaco e praticante nella tradizione Kadampa, fondato da Atiśa Dipamkara Srijñana (982-1054), egli descrive questo approccio per esempio in ‘L’ornamento gioiello della liberazione’ (Dhagpo Thargyen), che fino ad oggi è un’opera di riferimento fondamentale non solo per il lignaggio Kagyu. Gampopa ha senza dubbio sottolineato questo approccio perché lo riteneva accessibile a tutti, sebbene avesse anche familiarità con l’approccio tantrico, poiché negli anni successivi era diventato uno dei principali discepoli del grande yogi Milarepa (1052-1135) e aveva ricevuto da lui l’intera trasmissione tantrica.
Un approccio tantrico alla meditazione Mahamudra fu portato in Tibet dal maestro di Milarepa, il grande traduttore Marpa (1012-1097). Egli ricevette le trasmissioni in India dall’erudito Mahasiddha Naropa (1016-1100), lui stesso basato sulla tradizione del Mahasiddha Tilopa (988-1069).
Un approccio diretto al Mahamudra, che risale al Mahasiddha Saraha (date in discussione) fu trasmesso a Marpa attraverso il Mahasiddha Maitripa (1007-1085 circa).
Dettaglio di una thangka che rappresenta il Mahasiddha Saraha
Ma qualunque sia l’approccio – andare più in profondità nella meditazione buddhista non è qualcosa che si può fare da soli. La mente è molto attaccata alle sue proiezioni. Per essere in grado di trascendere i propri limiti è necessario essere guidati da un insegnante qualificato, che abbia realizzato l’essenza della mente spontanea. Una profonda fiducia e devozione sono necessarie per poter lasciare andare l’attaccamento a schemi e proiezioni profonde.
Con Gampopa Sönam Rinchen e i suoi testi abbiamo le prime ampie spiegazioni dell’approccio di base del lignaggio Kagyu accessibili a tutti. Gli insegnamenti più specifici, in particolare gli insegnamenti tantrici del Vajrayana, sono trasmessi da maestro ad allievo, e lo stesso vale per gli approcci specifici di meditazione.
Gampopa ebbe molti discepoli che seguirono la sua via, e molti di loro raggiunsero un alto livello di realizzazione. A lui e a uno dei suoi principali discepoli, Phagmo Drugpa Dorje Gyalpo (1110-1170), risalgono i quattro lignaggi maggiori e gli otto minori della tradizione Kagyu. Molti di essi sono stati tramandati fino ai giorni nostri e ci sono anche in Italia insegnanti e centri che tramandano la rispettiva tradizione.
Düsum Khyenpa (1110-1193), un altro grande discepolo di Gampopa, è all’origine della tradizione Karma Kagyu. È conosciuto come il 1° Karmapa e diede inizio alla più antica linea di Maestri reincarnati del Tibet. I suoi successori e detentori del lignaggio hanno conservato la tradizione del Karma Kagyu, uno dei quattro principali lignaggi del Buddhismo Tibetano, insieme ad altri lignaggi spirituali del Buddhismo Tibetano, nella loro ricchezza fino ad oggi. A questa tradizione è legato Bordo, così come i centri Dhagpo in Italia e i centri della fondazione Via del Diamante.
Dettaglio di una thangka raffigurante Milarepa, Marpa, Gampopa e al centro Düsum Khyenpa
L’enfasi sulla meditazione nel lignaggio Kagyu non significa che gli studi siano negletti. Una corretta comprensione della visione è difficile da raggiungere solo attraverso la meditazione e c’è un grande pericolo (a meno che uno non sia accompagnato in modo esperto) nell’andare in una direzione troppo personale. Perciò l’enfasi è posta su un’equa combinazione di studio dei testi classici e degli insegnamenti ricevuti, di una profonda riflessione e integrazione del loro significato, e della meditazione al nostro livello attuale con lo sfondo appropriato. Con il tempo i praticanti seri potrebbero scegliere di approfondire lo studio in una delle accademie buddhiste superiori del lignaggio con la prospettiva di trasmettere gli insegnamenti in futuro, o di andare ad un ritiro tradizionale di tre anni e tre mesi, o potrebbero approfondire gli aspetti rituali delle pratiche tantriche.
A Bordo non insegniamo filosofia avanzata, ma rimaniamo con gli insegnamenti di base, poiché il nostro scopo è quello di essere aperti anche a persone che si avvicinano al buddhismo o che desiderano applicare e approfondire i suoi insegnamenti nella vita quotidiana. Si fa eccezione quando uno dei Rinpoche o dei Lama studiati del nostro lignaggio visita il luogo e dà insegnamenti. Ma in un approccio quotidiano sottolineiamo la meditazione della calma mentale, del tonglen (dare e ricevere) e la sera eseguiamo una puja di Chenrezig, una pratica Vajrayana aperta a tutti che ci connette alla nostra inerente compassione e bontà amorevole.
Karma Trinley Tulku dà insegnamenti nella nuova Sala Milarepa, 2018
Di grande importanza sia per i principianti che per i praticanti avanzati è una riflessione sui quattro pensieri fondamentali che rivolgono la nostra mente verso il dharma. Prendere coscienza della nostra preziosa esistenza umana ci permette di praticare. Comprendere la fugacità di ogni esperienza ci collega all’impermanenza della vita. Vedere che ogni atto, ogni parola e ogni pensiero ha una conseguenza ci fa capire che nella nostra situazione attuale sperimentiamo il risultato delle nostre azioni passate. E infine vedere la natura insoddisfacente dell’esistenza samsarica ci permette di prendere la ferma decisione di cambiare il nostro obiettivo nella vita. Per queste riflessioni e la loro integrazione in una vita e pratica quotidiana tranquilla ma impegnativa Bordo è molto adatto e anche i principianti possono partecipare.
Lo studio, la riflessione e la meditazione ci dotano delle due ali inseparabili della saggezza e della compassione per superare la nostra attuale condizione insoddisfacente. La saggezza si riferisce alla vacuità, al fatto che tutti i fenomeni sono privi di indipendenza e di qualsiasi esistenza sostanziale. Questo punto, spesso mal compreso, non può essere approfondito solo con un approccio intellettuale. La compassione invece è il desiderio che tutti gli esseri senzienti possano essere liberi dalla sofferenza e dalla causa della sofferenza, intrinsecamente connesso alla comprensione dell’esistenza interdipendente, sapendo che nulla esiste da e per sé.
Approfondire questa comprensione e avere una realizzazione che trascende veramente la nostra esperienza quotidiana è per gli esperti. Ma Bordo, con la sua atmosfera molto particolare, ci permette abbastanza facilmente di lasciare andare le tendenze abituali e il nostro bisogno costante di affermare noi stessi. Il lavoro all’aperto nella natura, il cibo essenziale ma gustoso, le stanze semplici in cui vivere, la compagnia di persone che la pensano allo stesso modo, le pratiche comuni quotidiane e gli input regolari su temi fondamentali aiutano tutti a lavorare e a crescere insieme. I praticanti esperti approfondiscono la loro comprensione e favoriscono la gentilezza amorevole e la compassione in un ambiente quotidiano con gli altri. I nuovi arrivati ricevono una prima introduzione, possono anche prendere rifugio e quando partono possono unirsi a un centro di Dharma dove vivono. Per tutti noi, sia per i praticanti che vengono da fuori sia per i volontari che si prendono cura del villaggio e delle sue strutture, il tempo trascorso a Bordo è un’esperienza ricca e stimolante.
Partecipanti e volontari dopo il corso di Lojong con Lama Irene, 2019
A Bordo vengono impartiti i insegnamenti della tradizione Karma Kagyu e solo da insegnanti autorizzati. C’è un’attenzione speciale all’approccio Bodhi Path, un programma di studio, riflessione e meditazione sviluppato da Shamar Rinpoche per permettere agli studenti occidentali un approfondimento attuale ma autentico negli insegnamenti del lignaggio. Un’eccezione degna di nota, suggeritaci da Lama Jigme Rinpoche, che sta attualmente supervisionando lo sviluppo spirituale del luogo, è un fine settimana di condivisione intorno al Vesak, in cui invitiamo insegnanti di diverse tradizioni buddhiste a scambiare il loro approccio alla meditazione di calma mentale e della stabilità.
Siamo consapevoli che una delle ricchezze del buddismo sono i molti e diversi modi di avvicinarsi allo stesso obiettivo: vedere l’insoddisfazione intrinseca della nostra esistenza, vederne l’origine, essere convinti che c’è un modo per superare l’insoddisfazione ed essere convinti che gli insegnamenti del Buddha possono mostrarci la via. Ma il modo di entrare in questo lungo e profondo cammino è specifico per ogni tradizione. Mescolare gli approcci non ci aiuta ad ottenere una comprensione più profonda, che in ogni caso alla fine si trova al di fuori della nostra comprensione intellettuale. Dobbiamo lasciare andare le distrazioni e per questo dobbiamo concentrarci sull’essenziale. In questo ogni tradizione buddista ha il suo approccio specifico.
Scambio sulla meditazione di scine con Trehor Lama e il monaco Cesare Milani, 2019
Questo allineamento verso la preziosa tradizione del nostro lignaggio non significa che i praticanti di altre tradizioni buddiste non siano i benvenuti a Bordo. Da soli o in gruppo con il loro maestro sono i benvenuti ad approfittare delle qualità speciali del nostro luogo di ritiro. Possono fare domanda, dandoci informazioni sul tempo desiderato e sulla pratica che intendono fare, sull’insegnante con cui preparano il loro ritiro, e sui preparativi necessari da parte della squadra che si occupa del luogo. Ci aspettiamo che diate un’offerta per il soggiorno per coprire le spese e permetterci di mantenere il villaggio. Per ulteriori informazioni consultate la pagina dedicata ai ritiri singoli su www.bordo.org dove troverete anche informazioni sul nostro programma e sugli insegnanti in visita. Per il momento solo i praticanti che conoscono bene Bordo, che sono pronti ad affrontare le basse temperature e sanno come funziona tutto, possono venire in certi periodi per un ritiro invernale. Speriamo vivamente che questa eccellente possibilità di approfondire la propria pratica sia aperta a molti in futuro.
Un ringraziamento a Audrey Desserrières per la sua revisione e a Felice Bachmann per preziose informazioni sui centri del nostro lignaggio in Italia.